

Chi sei? Raccontati.
Mi chiamo Silvia Zanella, sono nata a Schio nel 1978 e ho studiato lì fino al Liceo. Mi sono trasferita a Bologna dove ho studiato comunicazione, ho fatto alcune esperienze a Roma e poi nel 2003 mi sono trasferita a Milano dove ho avuto la grande fortuna di incontrare il mondo delle Risorse Umane. Da lì è iniziata la mia grande passione per questo ambito: da quasi 20 anni mi occupo e studio il futuro del lavoro.
Perché hai scelto questa parola per rappresentarti?
Arrivando da Schio è difficile non avere nel proprio DNA la parola “lavoro” e io ho avuto il privilegio di incontrarla fin da piccola nelle strade che percorrevo, nei monumenti che vedevo, in tutte le occasioni che Schio mi offriva di vedere il lavoro soprattutto nel suo aspetto storico. Ho avuto modo, crescendo e cominciando a lavorare, di occuparmene a livello professionale e quindi di specializzarmi nella comunicazione del lavoro, e man mano che passavano gli anni vedevo sempre più che era un tema in costante evoluzione e trasformazione, forse uno dei temi più importanti e centrali nella vita di ciascuno. Ecco perché ho scelto la parola lavoro: fa parte della vita di ciascuno di noi e ci permette in qualche modo di proiettarci e di dare libero sfogo alle nostre ambizioni. Il lavoro è un diritto e anche un dovere. È un diritto nella misura in cui ciascuno di noi ha bisogno di una fonte di sostentamento ma anche di realizzazione; è un dovere perché ciascuno di noi può, attraverso il lavoro, dare il proprio contributo alla società, alla propria individualità, ma anche alla collettività a cui fa riferimento.
Per arrivare dove sei hai dovuto credere fortemente in te, nella tua idea, nel tuo progetto: ritieni quindi che credere con convinzione in qualcosa la renda sempre possibile?
Sono stata molto determinata e avevo le idee molto chiare fin da bambina: volevo scrivere, coltivavo l’idea di fare la giornalista e la scrittrice. Credo però che l’idea di volere una cosa fortissimamente e che la si ottenga sempre è un po’ come il detto della Walt Disney “If you can dream it, you can do it”. Credo sia solo in parte vero, che ci siano anche delle condizioni di fondo che permettano di poter realizzare i propri sogni, che ci sia una buona fase di sforzo e una buona dose di fortuna. È importante crederci, fare tutto ciò che è nelle proprie possibilità per mettere a frutto i propri talenti ma non coltivare un’idea “tossica” secondo la quale, se per caso non si è riusciti nel proprio intento, allora per forza si deve ricredere in un fallimento personale.
La tua zona di origine è ricca di inventori, imprenditori, artisti, letterati e sportivi che, con talento e caparbietà, dedicano ogni giorno della loro vita a mettere in pratica ciò in cui credono per realizzare i propri sogni, superando i propri limiti. Cosa ha trasmesso a te il territorio da cui provieni? E cosa provi per esso?
Il territorio da cui provengo mi ha trasmesso una forte etica del lavoro, una forte idea di impegno, di rispetto delle regole, di rispetto degli altri, di rispetto del lavoro fatto e un’attenzione al lavoro ben fatto. Mi porto nel mio corredo genetico una cultura del lavoro molto specifica e molto “altovicentina”. Il rapporto che ho con il territorio è un po’ ambivalente: da un lato sono molto grata per tutto ciò che è riuscito a trasmettermi, dall’altra parte mi dispiace un po’ che non sempre sia in grado di offrire l’opportunità che invece potrebbe, sia ai giovani sia in termini di proposte culturali che professionali, e che non sia così “aperto” vista la ricchezza pazzesca che ha a disposizione.
Sei consapevole che la tua è una storia “STRAordinaria”? E cosa pensi la renda davvero “STRAordinaria”?
Mi fa un po’ sorridere l’idea che la mia storia sia “straordinaria”. Sicuramente è una storia di grande privilegio: io ho davvero la fortuna di fare quello che mi piace, di poter mettere insieme una soddisfazione professionale e di carriera molto precisa, per me molto bella e ricca di soddisfazioni, sia di poter coltivare altre passioni, in primis quello per la scrittura, che era forse il mio sogno vero da bambina. Aver messo insieme le due cose è quello che può renderla davvero straordinaria. So che non è da tutti, ma mi rendo anche conto che è un’enorme fortuna.
